Panta rei nello spazio espositivo del Frattini

panta rei

 

Analisi del movimento unificando la dinamicità alla staticità attraverso il concetto di variazione di un tema.

«Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.»
- Eraclito

L'uomo non può fare la stessa esperienza per due volte, giacché ogni ente, nella sua realtà apparente, è sottoposto alla legge inesorabile del mutamento. Vive un Logos, sottostante a questo continuo mutare, un'armonia profonda che governa in modo inconoscibile la relazione fra contrari che provoca il divenire perpetuo degli enti sensibili.

Primo strato
Mentre qualcosa permane nell’essenza, l’apparenza sembra sempre nuova. La stratificazione permette il rapporto dualistico fra ciò che è origine e ciò che è metamorfosi. Al contempo l’unione fra noi e l’altro viene simboleggiata dalla costante del velo che si presenta ostinato e ci tiene in relazione fra di noi e con il tempo, nel suo fluire destinato alla stasi: morte e rinascita in sé. Il velo vive prima fra le nostre braccia, elemento fondamentale dei frame, muore poi abbandonato a se stesso aspettando la rinascita sulle tele, dove resterà eterno il suo valore. Nel concreto il tessuto sulle tele è il medesimo della performance ed è reso visibile sempre in forma circolare e invariata, per rendere il concetto di eterno ritorno dell’essenza (Nietzsche).
La performance consiste nell’atto vivo che verrà poi trasposto e analizzato dall’opera.
Abbiamo danzato in bianco, nel verde creando variazioni nel movimento, il velo ci ha unito nello spazio, nel vuoto e nella forma. La stoffa viene alterata dalle mani sporche di terra a rappresentare la capacità delle azioni nel modificare la realtà relazionale.
Panta rei nasce di per sé dalla cooperazione. L’appartenenza condivisa di pensiero mette radici in entrambi i volti coinvolti senza disparità. La comunione con l’altro nell’ambito creativo ed emotivo ci porta a voler trasmettere la centralità della relazione che diventa sempre più necessaria, nella tendenza odierna di dissociazione sociale e del poco approfondimento dei rapporti. Il velo inoltre ha il ruolo parallelo al tema all’interno di un sistema di variazioni musicali. Ci siamo ispirate alle variazioni Goldberg composte nella prima metà del ‘700 da Johann Sebastian Bach interpretate da Glenn Gould, in particolare all’Aria, punto di origine della serie di trenta variazioni. Bach sviluppa il tema attraverso una serie di variazioni, ognuna delle quali offre una diversa interpretazione, utilizzando variazioni ritmiche, armoniche e contrappuntistiche.
L’Aria accompagna il nostro movimento da cui sono estrapolati i sei frame fotografici.                  
Secondo strato
Rispetto al movimento il materiale utilizzato è una carta semitrasparente opaca sulla quale abbiamo lavorato con i nostri arti (mani-piedi) nella semplificazione delle forme attraverso un movimento istintivo. La natura rappresenta il cambiamento ciclico dinamico nel tempo e nello spazio, l’eterno ritorno di variazioni. Dunque i colori da noi utilizzati sono pigmenti naturali e i materiali si relazionano direttamente con la terra e agenti atmosferici. Ogni elemento costitutivo dell’opera è vita, morte e metamorfosi. La carta subisce un processo di abbandono volto alla rinascita, acquisendo un nuovo ruolo e significato. La performance, allo stesso modo rimane ferma nello spazio tempo passato ma si conserva viva nell’opera. Che cosa vive nei tuoi strati interiori? Con chi hai il coraggio di condividerli?
panta rei
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